Sensibilità alla luce: confronto fra disturbo bipolare e disturbo di panico

Sensitivity to light: a comparison between bipolar and panic disorder

F. Morana, S. Iapichino, C. Pacchierotti, L. Bossini, P. Castrogiovanni

Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Università di Siena

Parole chiave: Sensibilità alla luce • Panico • Bipolare • Soggetti sani
Key words: Sensitivity to light • Panic • Bipolar disorder • Healthy subjects

Introduzione

È stata ampiamente documentata la reattività agli stimoli luminosi ambientali in campo neuro-psichiatrico. In particolare una condizione di ipersensibilità alla luce sembra essere una caratteristica, e spesso una sequela, di alcune malattie neurologiche, quali la nevralgia del trigemino, l’epilessia fotosensibile e la meningite (1,2). Una particolare reattività agli stimoli luminosi è stata descritta in alcuni pazienti psichiatrici. Condotte di evitamento della luce (fotofobia) sono stati descritti nei pazienti con depressione maggiore ad andamento non stagionale e nei soggetti agorafobici (3,4). Sono, invece, stati riportati frequenti comportamenti di ricerca della luce (fotofilia) dopo stimoli luminosi nei pazienti affetti da schizofrenia (5), nei pazienti affetti da disturbo delirante (6) e soprattutto in soggetti affetti da Disturbi dell’Umore con particolare riguardo ai pazienti bipolari e con disturbo affettivo stagionale (7).

Ricerche condotte su pazienti bipolari hanno evidenziato come questi soggetti durante gli episodi maniacali e nelle condizioni di eutimia esibiscano un comportamento fotofilico, mentre durante le fasi contropolari mostrano un atteggiamento di evitamento della luce (8). Una conferma indiretta della sensibilità alle variazioni di luminosità ambientale è il dato sulla maggiore prevalenza di parossismi maniacali nei mesi più soleggiati dell’anno e nelle giornate più lunghe (9); infatti è stato ipotizzato che l’insorgere dell’episodio maniacale possa derivare da una risposta abnorme alla luce. Questa teoria trova conforto nell’osservazione che il numero di ricoveri per mania è direttamente proporzionale alle ore di luce nei mesi precedenti l’episodio (10-12). È stata avanzata l’ipotesi di una ipersensibilità alla luce come tratto della malattia bipolare, ovvero come caratteristica che non si modifica con i trattamenti di natura farmacologica e che rappresenta un fattore di vulnerabilità alla malattia geneticamente determinato (13). La sensibilità alla luce nel Disturbo Bipolare potrebbe riflettere un difetto primario del sistema circadiano (14,15); ovvero rappresentare la conseguenza di una disregolazione dei sistemi di neurotrasmissione i quali a loro volta indurrebbero una disfunzione della ritmicità circadiana (16).

Studi più recenti si sono rivolti ad indagare questo fenomeno nei disturbi d’ansia, in particolare nel Disturbo di Panico. Emerge già nella pratica clinica che i soggetti con DP adottano frequentemente comportamenti fotofobici; quasi istintivamente si riparano dalla luce (per esempio indossando occhiali scuri), preferiscono l’inverno all’estate, scelgono posti ombreggiati, sfuggono l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata e generalmente evitano di trascorrere soggiorni al mare (17-20). Studi di elettrofisiologia hanno confermato negli ultimi anni le suddescritte osservazioni cliniche. L’esposizione alla luce fluorescente pulsante induce un incremento della quota ansiosa e facilita la comparsa di sintomi prodromici somatici nei soggetti affetti da Disturbo di Panico o con diatesi per questo disturbo (21). Gli stimoli visivi risultano più potenti degli stimoli non visivi nel facilitare la presentazione di sintomi come la derealizzazione e la depersonalizzazione. Questi effetti non sono stati riportati nei pazienti con altri disturbi d’ansia (22).

L’elemento che sembra accomunare questi due disturbi psichiatrici “foto-sensibili” è rappresentato dallo stato di attivazione che si verifica dopo esposizione a stimoli luminosi; sul versante timico nel caso dei disturbi dell’umore e sul versante neurovegetativo nel caso dei disturbi d’ansia. L’ipersensibilità alla luce descritta in queste due categorie diagnostiche ha sollevato l’interrogativo su quali strutture, centrali e/o periferiche, siano in grado di spiegare questo fenomeno, ma le ricerche sembrano essersi indirizzate su quattro possibili meccanismi, che vedono coinvolti la ghiandola pineale, il sistema serotoninergico, la retina ed il sistema dopaminergico 1 (23).

A fronte di queste osservazioni cliniche e elettrofisiologiche, scarsi contributi si registrano nei dati della recente letteratura su eventuali strumenti standardizzati per la valutazione della fotosensibilità. L’unico tentativo di studiare le variazioni comportamentali in seguito all’esposizione luminosa ambientale è rappresentato dal lavoro condotto da Gerbaldo et al. (1997), un gruppo di ricercatori tedeschi, che hanno messo a punto uno strumento (“Questionnaire for the Assessment of Light Intensity Preference”) grazie al quale si registra la preferenza della luce o del buio da parte dei soggetti intervistati piuttosto che i loro comportamenti abituali e le eventuali modificazioni di questi comportamenti. Il questionario, per le situazioni ipotizzate, palesemente riferite alla popolazione del Nord Europa, non sembra adeguato alla popolazione mediterranea dal momento che i comportamenti relativi all’esposizione luminosa possono modificarsi in base ad alcune variabili fra cui la latitudine ed il fototipo.

Scopo del presente studio è valutare la fotosensibilità nei pazienti psichiatrici (in particolare nel Disturbo di Panico e nel Disturbo Bipolare) attraverso un questionario di autovalutazione, da noi elaborato, mirato alla popolazione mediterranea (Questionario di Valutazione della Fotosensibilità – Q.V.F.).

Materiali e metodi

Soggetti

Il campione è costituito da 92 pazienti reclutati negli ambulatori di Psichiatria dell’Università di Siena. Si tratta di 64 femmine e 28 maschi (età media 44 anni, range di età 19-69 anni), affetti da Disturbo Bipolare tipo I ad andamento non stagionale in fase di stabilizzazione (n = 46 pazienti; 14 maschi e 32 femmine) e da DP con agorafobia (n = 46 pazienti; 14 maschi e 32 femmine) secondo i criteri del DSM-IV. Sono stati esclusi pazienti con i suddetti disturbi in comorbidità con altre patologie psichiatriche. Una visita medica (compresa un’accurata indagine oftalmologica) ha escluso patologie di rilievo sia al momento dell’esame sia nell’anamnesi patologica remota. Ogni individuo, previo consenso informato, ha accettato di compilare il Questionario di Valutazione della Fotosensibilità (Q.V.F.) (Tab. I).

Descrizione dello strumento

Il Questionario si compone di 23 items riguardanti comportamenti correlati alla sensibilità alla luce. Le domande si riferiscono specificatamente a comportamenti di evitamento (“fotofobia” – Fo) o di ricerca (“fotofilia” – Fi) della luce, che l’esperienza clinica suggerisce essere pertinenti alla popolazione mediterranea. Pertanto 13 items riguardano il comportamento fotofobico e 10 items sono relativi alle condotte fotofiliche. I comportamenti fotofobici sono descritti dagli items 1, 2, 3, 5, 7, 8, 9, 11, 12, 16, 18, 20, 23 e le condotte fotofiliche dagli items 4, 6, 10, 13, 14, 15, 17, 19, 21, 22. Ad ogni item il paziente può rispondere in modo dicotomico (SI o NO). Si ottengono due punteggi dalla somma degli items specifici: uno score identifica il comportamento fotofobico (score massimo ottenibile 13 punti) ed un altro quello fotofilico (score massimo ottenibile 10 punti). Una preliminare applicazione del questionario eseguita su 200 soggetti sani, reclutati nella popolazione italiana (112 femmine e 88 maschi; età compresa fra 15-65 anni; età media 40 anni), ha evidenziato che gli scores fotofobici e fotofilici seguono una distribuzione gaussiana. Per la fotofobia la popolazione sana otteneva una media di 4,99 (s.d. +/- 2,64), mentre per la fotofilia la media risultava 4,15 (s.d. +/- 1,98). Questo valore è stato considerato quale cut-off per la successiva verifica nei due raggruppamenti clinici. Sono state calcolate per i due gruppi clinici (DP e DB) le medie degli scores Fo e Fi e successivamente le frequenze.

Risultati

I pazienti con DP tendono ad ottenere valori più bassi per la fotofilia (media dello score 3,76; s.d. +/- 1,73) e decisamente più elevati per la fotofobia (media dello score 6,22; s.d. +/-1,98) (Fig. 1). I pazienti bipolari presentano un comportamento speculare; infatti la loro tendenza è di riportare dei valori più elevati per la fotofilia (media degli scores 5,35; s.d. +/- 1,8) e più bassi per la fotofobia (media degli scores 4,28; s.d. +/- 1,82) (Fig. 1Tab. II). La frequenza di scores fotofobici > 4,99 (cut-off) e di scores fotofilici > 4,15 è stata comparata tra pazienti con DP e pazienti con DB applicando il test chi-quadro. La fotofobia è più frequente nei soggetti con DP rispetto ai bipolari (t = 4,88, P < 0,0003), mentre un comportamento fotofilico prevale nei pazienti bipolari piuttosto che nel DP (t = 4,31, P < 0,0002); queste differenze risultano statisticamente significative (Tab. III).

Discussione

Dall’applicazione dello strumento di autovalutazione (Q.V.F.) nel campione clinico risulta che la dimensione “fotosensibilità” interessa in maniera diversa i due disturbi psichiatrici esaminati. Sia i soggetti affetti da Disturbo di Panico che da Disturbo Bipolare sono sensibili ai cambiamenti di luminosità ambientale; ma i primi lo esprimono attraverso comportamenti fotofobici, mentre gli altri attraverso atteggiamenti di ricerca della luce (fotofilia). I pazienti bipolari esaminati in fase di eutimia, ottenuta farmacologicamente, mostrano una più elevata percentuale di punteggi per la fotofilia mentre non si discostano dalla distribuzione normale per la fotofobia; ciò sembra indicare una preferenza di questi pazienti per la luce che potrebbe essere interpretata come una sorta di light-therapy naturale tesa ad evitare ciò che il paziente teme di più (la depressione) ovvero a ricercare inconsapevolmente il “viraggio” verso l’euforia. Opposto è il comportamento dei pazienti con DP in cui sono più elevati i valori per la fotofobia mentre il comportamento fotofilico è sovrapponibile a quello dei sani. I pazienti con DP non cercano la luce ma anzi la evitano inconsapevolmente così come evitano, nella maggior parte dei casi, sostanze stimolanti ed altri agenti panicogenetici.

Conclusioni

I dati esposti sono il risultato della prima applicazione del questionario ad un campione clinico e pertanto preliminare in ragione del numero esiguo dei soggetti reclutati. I risultati supportano l’ipotesi che il fenomeno della fotosensibilità sia complesso e articolato in due dimensioni (fotofobia e fotofilia) che si esprimono in maniera peculiare nel Disturbo di Panico e nel Disturbo Bipolare.

 Corrispondenza: dott.ssa Florinda Morana, Dipartimento di Neuroscienze-Sezione di Psichiatria, Policlinico “Le Scotte”, viale Bracci 6, 53100 Siena – Tel. 0577 586275 – Fax 0577 233451


Tab. I. Questionario di autovalutazione della fotosensibilità (qvf). Questionnaire for evaluation of photosensitivity (Q.V.F.).

ITEMS

Sottoscala

1. Preferisco l�inverno all�estate

Fo

2. Esco più volentieri verso sera

Fo

3. In auto durante il giorno porto sempre gli occhiali da sole

Fo

4. Sono molto attratto dalle attività all�aria aperta

FI

5. Preferirei andare in viaggio nei paesi nordici

Fo

6. La casa ideale per me è una casa con ampie vetrate

FI

7. Mi piacciono le giornate con il cielo coperto

Fo

8. Evito di uscire senza occhiali da sole

Fo

9. Nelle giornate assolate preferirei starmene in casa

Fo

10. Con l�avvento della primavera mi sento rinascere

FI

11. In genere la luce solare intensa mi da fastidio

Fo

12. Preferisco che le stanze di casa siano tenute in penombra

Fo

13. Non ho problemi ad andare al mare nelle ore assolate

FI

14. Fra i colori preferisco il giallo al verde

FI

15. Preferisco la luce all�ombra

FI

16. Ho difficoltà a mettere a fuoco le immagini troppo luminose

Fo

17. Se vado al mare preferisco sdraiarmi su uno scoglio piuttosto che sotto l�ombrellone

FI

18. Non tollero il riflesso della luce sulla neve

Fo

19. Mi sembra che l�estate mi ecciti

FI

20. Mi disturba passare bruscamente dal buio alla luce intensa

Fo

21. Preferisco trascorrere le vacanze al mare

FI

22. Ogni volta che posso cerco di prendere il sole

FI

23. I colori vivaci mi danno fastidio

Fo

Fo = la risposta affermativa contribuisce al punteggio della fotofobia
Fi = la risposta affermativa contribuisce al punteggio della fotofilia

Fig. 1. Distribuzione dei soggetti con disturbo di panico e disturbo bipolare in base alla media degli scores per la fotofobia e la fotofilia (n. 92). Distribution of subjects with bipolar and panic disorder on the mean scores for photophobia and photophilia (n. 92).

Tab. II. Media degli scores per la fotofobia e per la fotofilia nel disturbo di panico (dp) e nel disturbo bipolare (db) (n. 92). Mean scores for photophobia and photophilia in panic and bipolar disorder (n. 92).

DP (N. 46)

DB (N. 46)

Media Fotofobia

6,2; s.d. +/- 1,98

4,28; s.d. +/- 1,82

Media Fotofilia

3,76; s.d. +/- 1,73

5,35; s.d. +/- 1,80

Tab. III. Frequenze di fotofobia e fotofilia nel disturbo di panico (dp) e nel disturbo bipolare (db) (n. 92). Frequency of photophobia (pho) and photophilia (phi) in panic and bipolar disorder (n. 92).

Fotofobia

Fotofilia

No

No

DP (N. 46)

40 (87%)

6 (13%)

16 (35%)

30 (65%)

DB (N. 46)

24 (52%)

22 (48%)

34 (74%)

12 (26%)

Chi-quadro = 13,14; p = 0,0003

Chi-quadro = 14,19; p = 0,0002

1 Walsh FB, Hoit WF. Clinical Neuro-ophthalmology. Baltimore: Williams & Wilkins Company 1969.

2 Nulty DD, Wilkins AJ, Williams JMG. Mood, pattern sensitivity and headache: a longitudinal study. Psychol Med 1987;17:705-13.

3 Gerbaldo H, Cassady S, Maurer K, Pieschl D. The assessment of light intensity preference in psychiatric patients: a questionnaire. Acta Psych Scand 1997;95:236-41.

4 Kellner M, Wiedemann k, Zihl J. Illumination perception in photophobic patients suffering from panic disorder with agoraphobia. Acta Psych Scand 1997;96:72-4.

5 Gerbaldo H, Thaker G, Cassady S. Sun-gazing and photophilia in schizophrenia. Am J Psychiatry 1991;148:693.

6 Signer SF, Lapierre YD. Photophobia in depression. Am J Psychiatry 1989;146:1355-6.

7 Rosenthal NE, Sack DA, Gillin JC, Lewy AJ, Goodwin FK, Davenport Y, et al. Seasonal affective disorder. A description of the syndrome and preliminary findings with light-therapy. Arch Gen Psychiatry 1984;41:72-80.

8 Gerbaldo H. Depression and photophobic behaviour. Am J Psychiatry 1988;145:1479-80.

9 Carney PA. Influence of climate on the prevalence of mania. Br J Psych 1988:152.

10 Myers DH, Davies P. The seasonal incidence of mania and its relationship to climatic variables. Psychosom Med 1978:8.

11 Carney PA. Seasonal variations in mania. In: Thomson C, Silverstone T, eds. Seasonal affective disorder. London: CNS Publisherz 1989.

12 Peck FK. Climatic variables and admissions for mania: a reanalysis. J Affect Dis 1990;20:249-50.

13 Lewy AY, et al. Supersensitive to light: possible trait marker for manic-depressive illness. Am J Psych 1985;142:725-7.

14 Stroebel CF. Biological rhythm correlates of disturbed behaviour in the rhesus monkey. Bibl Primat 1969;9:91-105.

15 Wher TA, Goodwin FK. Biological rhythms in manic-depressive illness. In: Wher TA, Goodwin FK, eds. Circadian Rhythms in Psychiatry. The Boxwood Press Pacific Grove 1983.

16 Siever LG, Coccaro EF, Davis KL. Chronobiological instability of the noradrenergic system in depression. In: Halaris A, ed. Chronobiology and Psychiatric Disorders. New York: Elsevier 1987.

17 Lelliot P. Onset of panic disorder with agoraphobia. Arch Gen Psych 1989;46:100-1004.

18 Keller MB, Baker LA. The clinical course of panic disorder and depression. J Clin Psychiatry 1992;53:5-8.

19 Castrogiovanni P, Pieraccini F, Iapichino S, Pacchierotti C. Stagionalità in psichiatria-Casi clinici ed indirizzi terapeutici. Firenze: Maggiulli N, ed., S.E.E. 1999.

20 Iapichino S, Pieraccini F, Pacchierotti C, Bossini L, Castrogiovanni P. Sensitivity to light: a questionnaire. A.P.A. – New Research – Annual Meeting, 1999 May 15-20, Chicago. Washington: Am Psychiatric Press 1999;NR:15.

21 Watts FN, Wilkins AJ. The role of provocative visual stimuli in agoraphobia. Psychol Med 1989;19:875-85.

22 Hazel J, Wilkins AJ. A contribution of fluorescent lighting to agoraphobia. Psychol Med 1990;20:591-6.

23 Iapichino S, Pacchierotti C, Bossini L, Pieraccini F, Malpassi C, Natale B, et al. Valutazione della fotosensibilità nel Disturbo di Panico: possibile coinvolgimento del sistema dopaminergico. Studi di Psichiatria, Pensiero Scientifico Editore 1999;1:17-23.