M. Nardini, A. Bellomo- Vol. 5, Settembre 1999, num.3
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Questo articolo fornisce una revisione teorica e clinica della sindrome prefrontale. Il termine sindrome prefrontale è stato spesso usurpato nel linguaggio della neuropsichiatria; tuttavia, la sua genesi e validità giustificano ulteriori ricerche.
Il termine sembra denotare una costellazione di segni clinici e sintomi che sono riferibili ad uno specifico focus neuroanatomico: il lobo frontale. Non vi è dubbio che lesioni focali coinvolgenti la corteccia prefrontale producano una costellazione di deficit esecutivi-cognitivi; vi è grande evidenza, allo stesso modo, che lesioni del mantello corticale prefrontale possano produrre una costellazione di anormalità comportamentali.
Al termine della revisione, gli autori concludono che la comprensione delle estese connessioni neuronali della corteccia prefrontale fornisce la base per descrivere tre distinte sindromi prefrontali: (la forma disesecutiva, la disinibita e la apatica), ciascuna associata con alcune disfunzioni in una specifica regione prefrontale.
Gli autori descrivono i disturbi psichiatrici ed i deficit cognitivi presenti nella sindrome prefrontale e in seguito evidenziano le difficoltà di classificare questi problemi nelle attuali nosografie diagnostiche psichiatriche.